sabato, ottobre 28, 2006

Wild Thing


Wild Thing

(Chip Taylor)

Wild thing
You make my heart sing
You make everything
Come on, wild thing

Wild thing, I think you move me
But I gotta know for sure
Come on and hold me tight
Oh you move me

Wild thing
You make my heart sing
You make everything
Come on, wild thing

Wild thing, I think I need you
But I gotta know for sure
Come on and squeeze me tight
Oh I need it

Wild thing
You make my heart sing
You make everything
Come on, wild thing

venerdì, ottobre 27, 2006

Nessuna domanda. Nessuna spiegazione.




Non dimentiko.

Ma lo reputo inutile. Nient'altro ke un kontorsionismo di piacere rabbioso, devoto all'orgoglio e ad una irrequietezza karnale.
Non importa l'akkaduto. Ha poka rilevanza anke l'akkadente.
Non servono kolpevoli, mandanti, metodologia e arma del delitto.
Non serve bannare, non serve gonfiare i muskoli prepotenti di un dito.
Non servono spiegazioni perkè non esiste nessuna vittima.
Una porta kiusa non è niente in sè.
Dipende in ke direzione hai rivolte faccia e idee.
Un karcerato ke sente kiudersi le gabbie dietro sorride.
I sekondini resteranno gli unici prigionieri.

Questa tuttavia era una festa. La gran festa della bugia, dell'ipokrisia, del dato di fatto inkontrovertibile perkè non dimostrabile. Un'orgia ordinata di sapori dove distinguere il fiele dal nettare diventa troppo komplesso. Una pratika iperteknika ed estremamente metodologika.
Una festa in kui mi sono sempre trovato bene. Troppo stupido e arrogante il kontorno per non potermi fingere giullare ed esserne karnefice.
Fintanto ke parakulanti e infami magliette kon skritto -Sekurity- hanno fatto -tremare- kon un klik un ip -sovversivo-.
Nessun korpo.
Questo non è un epitaffio.
PeterPam_26 è skomparso sekondo kopione. Non è morto.

Ne skrivo adesso il finale, (s)vestito dei medesimi panni su una qualke Playa Zicatela kon altri sorrisi troppo svegli per farsi bannare a Parigi o in qualsiasi altra Loggia del Niente.

Ne skrivo il finale perso nel suo stesso sorriso askoltando una voce ke non c'è più:

-Forse Allende ha sognato troppo?-.
-Non si sogna mai troppo-.
-Non si può fare politica e poesia allo stesso tempo- postillò lei.
-Al contrario. E' imprescindibile fare poesia e politica. Quando un rivoluzionario non è un poeta finisce per essere un dittatore e un burocrate, un traditore dei propri sogni-.

Dittatori, burokrati, censori, ordinati ordinanti del niente, portaborse, infami, ruffiani, qualunquisti per noia o kromosoma, inutili, materialisti, moralisti, buonisti e -rigidi tolleranti-.
Non avete molto da sorridere. Tronfi nella vostra poltrona imbottita di -potere-. Il potere non è vostro. Siete semplici detentori temporanei. Servi dei servi dei servi, anestetizzati e ripiegati.
Kolli troppo flaccidi per non mantenere evidente il morso ke vi markia kome kapi di una mandria ke si ordina da sola. Dove non servono più i kani a riportare ordini. Il simile sul simile.
Stato semivegetativo per korpi-makkina al servizio del systema.
Matrix è qui.
Voi siete morti.

Non potete avermi.

Giokando ankora kon ciò ke non mi toglieranno mai.
Qui, fuori, ovunque.
Abbatti il Systema.
K.

Nessun rimpianto.

Un sorriso a koloro kui PeterPam ha voluto bene. A ognuno a suo modo. Ad ognuno un sorriso. A ciaskuno diverso.

Mattia

giovedì, ottobre 26, 2006

Ognuno diverso. Mai lo stesso. Sorriso.


Wish You Were Here


Allora, pensi di saper distinguere
il paradiso dall'inferno?
I cieli azzurri dal dolore?
Sai distinguere un campo verde
da una fredda rotaia d'acciaio?
Un sorriso da un pretesto?
Pensi di saperli distinguere?
E ti hanno portata a barattare
i tuoi eroi fantasmi?
Ceneri calde con gli alberi?
Aria calda con brezza fresca?
Un caldo benessere con un cambiamento?
e hai scambiato un ruolo di comparsa nella guerra
con il ruolo di protagonista
in una battaglia?
Come vorrei, come vorrei che fossi qui
Siamo solo due anime sperdute
Che nuotano in una boccia di pesci
Anno dopo anno
Corriamo sullo stesso vecchio terreno
E cosa abbiamo trovato?
Le solite vecchie paure
Vorrei che fossi qui

mercoledì, ottobre 25, 2006

Rhyme of the Youngest Mariner


Da -Rhyme of the Ancient Mariner-

S. T. Coleridge

All in hot and copper sky,

The bloody Sun, at noon,

Right up above the mast did stand,

No bigger than the Moon.

Solitario in un soffocante cielo di rame,

il sole sanguigno, non più grande della luna,

si vedeva a mezzogiorno pender

diritto sull’albero maestro.

Day after day, day after day,

We stuck, nor breath nor motion;

As idle as a painted ship

Upon a painted ocean.

Per giorni e giorni di seguito,

restammo come impietriti,

non un alito, non un moto;

inerti come una nave dipinta

sopra un oceano dipinto.

Water, water, everywhere,

And all the boards did shrick;

Water, water, everywhere,

Nor any drop to drink.

Acqua, acqua da tutte le parti;

e l’intavolato della nave

si contraeva per l’eccessivo calore;

acqua, acqua da tutte le parti;

e non una goccia da bere!



And every tongue, through utter drought,

Was withered at the root;

We could not speak, no more than if

We had been chocked with soot.



Ohimè! che sguardi terribili

mi gettavano, giovani e vecchi!

In luogo di croce,

mi fu appeso al collo

l’Albatro che avevo ucciso.


Note al testo:

Di qualsiasi kosa si tratti sono kontro. Sovvertire l'ovvio.

Prigionieri o meno delle nostre parole.

E di quelle altrui.

martedì, ottobre 24, 2006

Effetti



L'emozione del sovvertire.

L'istante.


La leggerezza.

sabato, ottobre 21, 2006

Non è un Salto


Il balzo.

Suadente e tondo
nell'apparenza tronfia
dell'immaginazione.



Skrikkiolante e inflessibile
nei teknicismi
morfologici e misurativi.

Affranto.
Nel dinamismo sterile
della korsa al limite umano.

Vinto.
In ogni timido
tentativo
del ripetersi migliorandosi.

Il salto non è altro
ke un volo.
Tra le parentesi
akkordate
di inizio e fine.

Perdersi in quell'istante
dove non esiste
kontatto.
Labbra liquide
in un sussurro
di panno verde.

Ke rilevanza ha il -per quanto-?
Non è un salto. E' un volo.

venerdì, ottobre 20, 2006

Perdendosi



Non hanno rilevanza le Gocce.
Non ha rilevanza la Foglia.

Perdersi nei gioki della goccia kon la foglia.
Questo sì, è piacevole.

giovedì, ottobre 19, 2006

martedì, ottobre 17, 2006

Peter Pan 4


I bambini giocano alla guerra.
E' raro che giochino alla pace
perché gli adulti
da sempre fanno la guerra,
tu fai "pum" e ridi;
il soldato spara
e un altro uomo
non ride più.
E' la guerra.
C'è un altro gioco
da inventare:
far sorridere il mondo,
non farlo piangere.
Pace vuol dire
che non a tutti piace
lo stesso gioco,
che i tuoi giocattoli
piacciono anche
agli altri bimbi
che spesso non ne hanno,
perché ne hai troppi tu;
che i disegni degli altri bambini
non sono dei pasticci;
che la tua mamma
non è solo tutta tua;
che tutti i bambini
sono tuoi amici.
E pace è ancora
non avere fame
non avere freddo
non avere paura.

Bertold Brecht

venerdì, ottobre 13, 2006

Dardi Mnemonici, Reminescenze o Reinkarnazione?

Da -Benedizione-
I Fiori del male
Baudelaire


Tuttavia, assistito da un Angelo invisibile,

il figlio ripudiato s'inebbria di sole,

e in tutto quel che beve e che mangia

trova ambrosia e nettare vermiglio.


Gioca col vento, discorre con la nuvola,

s'ubbriaca, cantando, del Calvario;

e lo Spirito che lo segue nel suo pellegrinaggio,

piange al vederlo gaio come uccello di bosco.


Tutti coloro che egli vuole amare

l'osservano intimoriti o,

rassicurati dalla sua tranquillità,

fanno a gara a chi gli caverà un sospiro,

sperimentando su di lui la propria ferocia.

giovedì, ottobre 12, 2006

Kreandosi


Mi disserò: esiste un kreato ed esiste un kreatore.
Sorrisi.

Mi invokarono: rispetta il kreato per amare il kreatore.
Lo feci.

Mi intimarono: prega il kreatore ke protegga il kreato.
Non lo feci.

Mi ammonirono: il kreatore ti guarda.
Lo sentìì.

Mi attakkarono: -Ma ki ti kredi di essere?-
Sorrisi. Mentre kreavo.
Anke me stesso.

mercoledì, ottobre 11, 2006

In(de)terminato


Un Volo.
Un Cielo.
Un Reietto.
Un Sogno. Un Sogno per Reietti. Reietto per sognare.
Sogno Reietto.

La Solitudine.
Un Cielo.
La Pienezza.
Il Vuoto. La pienezza totalizzante del Vuoto.

Voli pindarici, kosternati e kosternanti; evoluzioni e rivoluzioni.
Digressioni, approfondimenti superficiali per superfici profonde.
La Kaduta. Il Tempo. Lo Spazio.
La Resurrezione.

La Materia e l'Antimateria.
Il razionale e il percepibile.

martedì, ottobre 10, 2006

Pre-Romanticismo


The Rhyme of the Ancient Mariner

The ice was here, the ice was there,
The ice was all around:
It cracked and growled, and roared and howled,
Like noises in a swound!

At length did cross and Albatross,
Thorough the fog it came;
As if it had been a Christian soul,
We hailed it in God's name.

Note al testo per quanti abbiano sentito il bisogno di interpretarmi.
Le kose non sono ma appaiono.
Le parole mentono.
Ed ogni bugia è un soffio di verità nel palmo della sensazione.

Non ha senso pesare.

lunedì, ottobre 09, 2006

Venti (plur. masc.)

SAPRAI CHE NON T'AMO E CHE T'AMO



Saprai che non t'amo e che t'amo
perché la vita è in due maniere,
la parola è un'ala del silenzio,
il fuoco ha una metà di freddo.



Io t'amo per cominciare ad amarti,
per ricominciare l'infinito,
per non cessare d'amarti mai:
per questo non t'amo ancora.



T'amo e non t'amo come se avessi
nelle mie mani le chiavi della gioia
e un incerto destino sventurato.

Il mio amore ha due vite per amarti.
Per questo t'amo quando non t'amo
e per questo t'amo quando t'amo.


Pablo Neruda

sabato, ottobre 07, 2006

Nuvola


Da: Rikordo di Marie


«Ed anche il bacio avrei dimenticato
Senza la nube e non potrò scordare:
era molto bianca e veniva giù dall’alto.
Forse i susini fioriscono ancora
E quella donna ha forse sette figli,
ma quella nuvola fiorì solo un istante
e quando riguardai sparì nel vento.»

Brecht

Escuela


Escuela Primaria Rebelde.


Unika nel suo genere.

Non serve entrarvi per imparare.


Un alunno.






mercoledì, ottobre 04, 2006

Data-Tempo-Dato



«Al futuro o al passato,
a un tempo in cui il pensiero è libero,
quando gli uomini sono differenti l'uno dall'altro e non vivono soli...
a un tempo in cui esiste la verità
e quel che è fatto non può essere disfatto.

Dall'età del livellamento,
dall'età della solitudine,
dall'età del Grande Fratello,
dall'età del Bipensiero...

tanti saluti!»

Winston Smith

martedì, ottobre 03, 2006

Orologi ad acqua


GLI ANTICHI OROLOGI CINESI AD ACQUA

Nella Cina antica v'erano tre tipi di orologio ad acqua, tutti basati sul principio per il quale lo scorrere del tempo era commisurato al tempo di deflusso dell'acqua. Il primo, e più antico, era l'orologio ad acqua con freccia a immersione, costituito da un recipiente colmo d'acqua e provvisto di un foro di deflusso sul fondo; si definiva come unità di tempo il tempo necessario affinché tutta l'acqua contenuta nel recipiente fuoriuscisse. Per ottenere misure temporali più dettagliate, si pose un blocco di legno sulla superficie dell'acqua e si fissò a esso un regolo graduato, chiamato ‘freccia'; osservando la discesa della freccia rispetto all'iniziale livello dell'acqua si poteva determinare in modo accurato un intervallo di tempo anche relativamente piccolo rispetto alla detta unità di misura, che si potrebbe chiamare la 'portata' dell'orologio. Il secondo tipo era l'orologio ad acqua con freccia galleggiante. L'orologio descritto precedentemente aveva un grave inconveniente, costituito dal fatto che l'acqua non fuoriesce dal recipiente a velocità costante, poiché la pressione diminuisce gradualmente al diminuire del livello dell'acqua; conseguentemente, nemmeno la freccia scende a velocità costante. L'inconveniente fu eliminato raccogliendo un flusso costante di acqua in un recipiente e ponendo il blocco con la freccia a galleggiare sulla superficie dell'acqua, il cui livello cresce con regolarità nel tempo. Questo tipo di orologio ad acqua fu inventato al più tardi durante la dinastia Han posteriore (25-220). Per assicurare un flusso sufficiente e abbastanza uniforme di acqua nel recipiente, e per assicurare un livello costante nel recipiente da cui l'acqua proveniva, in modo da mantenere costante la pressione dell'acqua, fu introdotto l'orologio ad acqua a più recipienti (fig. 1).




Il terzo tipo era l'orologio ad acqua a bilancia, inventato nel V sec. dal taoista Li Lan. Si trattava di una stadera a un'estremità dell'asta della quale era appeso un recipiente che riceveva un flusso costante di acqua; l'intervallo di tempo durante il quale il recipiente riceveva 1 jin (220-250 g) d'acqua era definito 1 ke (la centesima parte di un giorno, cioè 14,40 minuti); l'asta della stadera era provvista di tacche che consentivano di esprimere il tempo in varie unità di misura. Questo orologio era dieci volte più accurato di quello ad acqua con la freccia galleggiante; inoltre, all'estremità dell'asta era fissato un dispositivo di protezione, in modo che l'asta stessa non potesse salire o abbassarsi troppo. L'orologio ad acqua a bilancia fu usato dalla guardia d'onore durante un viaggio dell'imperatore. Per adattare il dispositivo ai sobbalzi sulla strada, l'orologio era dotato di diversi recipienti, sia grandi sia piccoli; quelli grandi erano pieni d'acqua, sulla cui superficie galleggiava un anello circolare di legno; i recipienti piccoli, con una certa quantità d'acqua, galleggiavano all'interno dei recipienti più grandi e le loro aperture galleggiavano all'interno dell'anello di legno; l'acqua passava attraverso un sifone dai recipienti più piccoli al recipiente appeso all'estremità della stadera; l'acqua all'interno dei recipienti piccoli era aggiunta manualmente (Li Zhichao 1997; fig. 2). La progettazione di questo tipo di orologi raggiunse il massimo livello di raffinatezza durante le dinastie Tang (618-907) e Song (960-1279). Il sifone era stato inventato originariamente come strumento per l'irrigazione dei campi, e furono gli astronomi a introdurlo nell'orologio ad acqua; dalla documentazione disponibile, sembra che il citato Li Lan sia stato il primo a usare il sifone in questo modo. In precedenza, l'acqua fuoriusciva mediante un tubo fissato al fondo del recipiente, e si trattava di un sistema piuttosto complicato, che, tra l'altro, richiedeva un recipiente dotato di particolari accorgimenti costruttivi; con l'introduzione del sifone fu possibile sostituire questo tipo particolare di recipiente con uno qualunque.