lunedì, ottobre 27, 2008

Ombre d'Ambra


Sostenni l'improbabile,
incrinai il possibile
e deviai il corso dell'imprevedibile.

Vendikai
il perdono della fobia
sakkeggiando l'edikola
del Tempo e del Destino,
skaraffando demoni
in kalici d'Ambra,
prigionieri di
resina in versi.

Pendente d'Ombra
a batter sullo sterno,
a bussare senza kieder
permesso nel tempo della fuga.

Piegarsi a stessi,
koncedendo un appoggio
ai propri gomiti:
spazio d'ipnosi
nella spirale del pendolo.

Donarlo al petto
kome un gioiello di sè
ciò ke akkadde
quando konsakrai
il mio sguardo alle stelle.

venerdì, ottobre 24, 2008

AnarkonistikoAnakronismo

"Ora, cosa occorre, ai giorni nostri, agli occhi della maggioranza degli elettori, per meritare la medaglia legislativa? Anzitutto sapersi guardare dallo scrivere - o dall'aver scritto - il benché minimo bel libro; sapersi privare dell'essere dotato, in qualsiasi parte, di un immenso talento; affettare di disprezzare come frivolo tutto quanto concerne i prodotti della pura Intelligenza; vale a dire parlare solo con un sorriso di protezione, distratto e placido; saper abilmente dare di sé l'impressione di una sana mediocrità; poter ammazzare il tempo, ogni giorno, fra trecento colleghi, sia votando a comando, sia dimostrandosi vicendevolmente di non essere, in fondo, dei tetri millantatori, privi, salvo rare eccezioni, di qualsiasi disinteresse; e, la sera, masticando uno stuzzicadenti, guardare la folla con occhio atono mormorando: "Bah! Tutto s'aggiusta' tutto s'aggiusta!» Ecco qui, non è vero, le condizioni preliminari richieste per essere giudicato un possibile candidato. Una volta eletto, si riscuotono novemila franchi di stipendio (e il resto), poiché non ci si paga di parole, alla Camera! lo si chiama "Stato"..."

(Villiers de l'Isle-Adam, L'amore per il naturale, novembre 1888)

SkyWay

Non vorrei crepare
prima di aver conosciuto
i cani neri del Messico
che dormono senza sognare.
Le scimmie dal culo pelato
divoratrici di fiori tropicali
i ragni d'argento
dal nido pieno di bolle
non vorrei crepare
senza sapere se la luna
dietro la faccia di vecchia moneta
abbia una parte puntuta
se il sole sia freddo
se le quattro stagioni
siano poi veramente quattro
(...)
E io vedo la fine
che brulica e che arriva
con la sua gola schifosa
e che m'apre le braccia
da rana storpia.
Non vorrei crepare
nossignore nossignora
prima d'aver assaporato
il piacere che tormenta
il gusto più intenso
non vorrei crepare
prima di aver gustato
il sapore della morte...

Boris Vian

martedì, ottobre 21, 2008

WaterDoor


Prego, s'akkomodi. Ormai ha varkato la soglia. O non più, perdoni, adesso non rikordo, faccio konfusione kon gli avverbi di tempo kome kon le -i- tra le -c- e le -e-. Trova kurioso ke kompongano la parola Ice dice? Sarà, kaso, kosa vuole ke le dika, Sig.na Elezione. Acqua kristallizzata, abbandonando il gelo. Non siam certo fatalisti e se sceglie le stesse devozioni al non senso sarà stato un NonDestino kon bokka da giullare a tessere sillogismi beffardi per alambikkikontorti, nodi senza katene e quant'altro finiska flusso inkosciente, reflusso razionale, deviato. Sig.na Elezione, s'akkomodi o resti in piedi, se non vuol togliere le skarpe, faccia pure, il terreno non ci tokka, o non lo tokkiamo, sia salto o volo perkè domandarsi della fine d'un balzo? Abbiamo abiurato i giudici di linea, i konfini non son stati abbattuti perkè abbiam dimentikato di skriverne. Siam distratti. Perdoni la konfusione o ne prenda possesso, senza ke per una volta ne senta il peso, rimetta disordine kome meglio l'aggrada ke il suo mi piace e mi rakkomando, dimentiki d'akkomodarsi. Resti sbagliata se sbagliata si sente. L'esortativi non m'aggradano, a men ke non sian lascivi e non lasciati, suadenti in essenza, essenzialmente assekondati da piaceri (non) enumerabili in 4, ke non son 29.31.32. Koncessioni ke non stanno tra il 3 e il 5, ke han profumi (in)di cashmire, Sig.na Elezione. Non le diko certo di trovarsi un posto, non le okkorre e sa bene ke non vi sarebbe soddisfazione alkuna fossi mai stato kostretto a spostar qualkosa per trovarle una dimensione. Non sokkiudo neppure porte a ki vede mura attorno agli stipiti, kostretto a distrikarsi su labirintici dedali pindarici, tessendo briciole pollicine o sparpagliando fili d'arianna: ke soddisfazione vi sarebbe mai a trovare, ritrovarsi, farsi trovare quando l'ingegno deve sopperire ad una mankanza di (dis)orientamento? Sig.na Elezione, spieghiamoci senza dir niente, ke è questa la sintesi del perkè è qui. O vi son io, dev'esser la konfusione di kui all'inizio ke torna o torno io, senza essermene andato, potenzialmente fugato, fugace e per questo non in fuga. Sì, sà, normalmente mi spavento, mi parlo e mi spavento ma lei non ci faccia kaso ke la mia testa non sta bene, kome vede parlo kon MeStesso e mi diko kose ke non sapevo di sapere. O ho tentato di studiare, si davvero, c'ho anke provato perkè sa i programmi ministeriali a volte kiedono passo per poi cederlo e a me non piace molto kalkar la terra per lasciarmi orme appresso, ke disegnino perkorsi, ke improntino tracce. Dice ke non esiston scie? Essì, l'arte del volo, Eternity’s Sunrise, konkordo e non per niente il niente da spiegare. Sig.na Elezione, ke dirle? Novembre è un mese kosì lungo ke non ha il peso della durata. Sà, ho gettato il kalendario astronomiko.

venerdì, ottobre 17, 2008

Oibhò


Ho sagomato il kalendario digitale. Accertandomi ke fosse tempo d'inquietudini, riskontrandone l'assenza, quasi accettando remessivamente sorridente la buka all'appuntamento. Ke ne possa intuire i motivi è del tutto irrilevante, autokompiacente, totalmente insensato, razionalmente deviato. Skriverne e kostatarne finisce per stendere nuove spirali viziose al riguardo, viti autoalimentate, probabilmente kon una fine ke son stanko di cerkare. Affosso l'assioma, rifuggo le tesi, sbigottisko davanti a ciò ke sto skoprendomi kapace di non fare. Una ripresa di inkoscienza ke kredevo appartenuta e ke inversa m'è stata pratikamente skonosciuta o immemorabilmente kongenita.
La sostenibilissima leggerezza dell'essere.

Ho who bends to himself a Joy
Doth the winged life destroy;
But he who kisses the Joy as it flies
Lives in Eternity’s sunrise.

William Blake

venerdì, ottobre 10, 2008

Deliri d'Estate & Letture d'Autunno


Incroci&jazz distese akuminate di vette&vento terrazze su pozze, sospiri d'agata, odi al dubbio e singulti d'erba, voli come kadute precipizi inversi kantieri di mare. Distanze kome ciò ke avrei potuto essere. Vuoti kolmi. Poesia rigurgitata e rigurgitante su ammolli d'estasi ke non è. Vorrei altro. Vorrei altrove. Solitudini bramate kome inkoncepibili quasar di kalamitate kalamitanti attrazioni. M'affaccio su balaustre sotto al mondo, elevandomene al di sopra, assurgendomi al loko pikassiano. Bevendo birra, nettendo la vita ke per altri è vita. Tremiti statici, vokazioni atroci alla kaduta, imbarazzanti nella loro disarmante ingenua fetida ignobile e pura antisocialità. Disadattato e inalienabile. Skosto gru e impalkature da panorami incerti, rendendoli inkompiuti per mankanza d'ansia. Abbattendoli per eccessi d'ira, sobria dedizione al disordine. Non sono io. Neppure uno dei miei 29 me. Infiniti e terminati in singhiozzi di passi erranti. Kredendo di misurarmi e riuscendo a non vedermi skompaio sui tetti di barcellona, riapparendo nel giallo inkonfessabile di Città del Messico, una qualsiasi di loro. Riesumandomi senza risorgere abbattendomi senza kadere. Neppure la dignità d'uno splatter di serie c. Sono solo faunistika ascesi su parki zoologici inappropriati ed appartenenti. Appartenuti da sempre kome gabbie e vetrine che meskolano vetro e piombo. Meskalina. Estatike navi all'orizzonte, inkastonate in onde invisibili da questa distanza incise tra sagome edili. Inkastonate appunto, ma senza l'elezione della pietra. Desidero pennelli e kolori e non mi resta ke la pendenza d'un aborto d'ombrello in un mojito skadente. Factory asettica, d'alto design. Infida come uno spacciatore troppo fatto, Inaffidabile kome le tele ke non tesso. Ke non dipingo Ke non deglutisco. Mastiko libri cibandomi di Q e Stirner. mastiko brandelli mai laceri. Kariatide eletta e pur sempre tale. Brankolo, eludendo ammikki, inabile al contatto. Fantomatikamente arroganti in ridicole posture plastifikate, nobili tonde arkaike apatiche demenze. Gongolo. E piango me, prima di loro. Kompatisco il dove tralascio il kome, dimentiko il quando appeso ad una solo data sul biglietto. Inerme kome un pugnale puntato su arterie senza pulsioni. Delirio d'estate, lettura d'autunno, inquietudine senza tempo.

Ps. Dovrebbe konsolarmi il fatto ke questi sian stati deliri d'estate. Ma il tempo si sostiene ke sia cikliko e anke le mezze stagioni pare ke non esistan più.

mercoledì, ottobre 08, 2008

D-Solvenza

"Nulla di ambiguo, come vedete.
Scrivo per far cadere la pioggia.
Scrivo per bandire le guerre.
Parole per scacciare i fantasmi,
per riempire il ventre, per dichiarare
senza paura ciò che si ama e si odia"
Wu Ming

lunedì, ottobre 06, 2008

Survivor's Factory


Banditori krepuskolari
rintokkano senza merkanteggiare
il senso kompiuto dell'esistenza.
Isterismi komposti,
inkontrovertibili,
tondi&impekkabili,
proiettano indelebili
mekkanismi di konforme
omoloagione certifikata.
Ologrammano prototipi bipedi,
assikurandone l'autokonservazione.

La Fabbrica della Serenità
kontinua a mietere nascite.
Fekonda senza koncepire.
Fagocita il Dubbio.

Un'intera vita su un nastro mobile,
essenze in movimento immobile,
kostipate e kommisurate
barkollano in impercettibili
singhiozzi di disequilibrio,
ora tintinnando ora squittendo
al kontatto metalliko&vitreo,
kimiko, apatiko, ludiko,
kon l'apposito
kontenitore mentale.

Le variabili non sono previste.
L'errore è in frantumi,
brillando in ogni riflesso
kasuale, uniko e irripetibile.

Perdonate. Solo uno sfogo.

venerdì, ottobre 03, 2008

L'Arguto Ordine del Kosmo

Decido d'apparire in sogno all'Ordine del Kosmo, facendomi akkompagnare dal mio gatto nero di sekonda mano. Ho delle note di kredito da riskuotere e qualke domanda da porre. La scienza della vita è una materia indefinita in kui i postulati assurgono a dogmi mai dimostrati, dove l'opinione diventa kostume, più da ciarlatano ke usanza. C'è qualkosa ke non torna in tutto quello ke sta akkadendo e sono stanko di appaltare i miei krediti alla Sig.na Sorte ke pare troppo presa dal kurare gli interessi dei suoi klienti migliori. La riskossione koatta è un lavoro infame solo in questo mondo dove il dovuto magikamente si koagula in debito ed usura. Usura. Une termine beffa, ambivalente e ambiguo, devoto agli equilibri prekostituiti. Una venale delimitazione varkata di tassi di interesse o logoramento, a sekonda dell'accezione ke si scelga di volta in volta.
Mi presento in un kandido vestito nero, impekkabile ed irreversibile, ke porta il mio ospite a dekantare miscele di perla in infusiere Thun. Il gatto skrikkiola stelle già in frantumi.
Vorrei esordire kon qualkosa di simile al -C'è del marcio in Danimarka-.
-A tutto il 2008 sono in kredito-. Pragmatismo epistolare senza ke invero si possa kamuffare un velato senso di piacere nel trovarmi qui. Un vuoto ke non sa di klaustrofobiko.
Passa in rassegna i miei karteggi. Ovviamente karta gialla e stilografika per stilegrafiko. Sembra piuttosto affabile, le mia aggressività non ne è inibita ma piuttosto invalidata.
-Gentilmente... perkè dimamine tutto quest'amore per l'ordine?-. La kosa poggia morbida su una innaturale konfidenza d'interessi.
Non distoglie gl'okki dal vortice della tazza, sapientemente orkestrato kon un kukkiaio ke mi giura essere un ex voto.
-Non è ke un nome ke per komodità gli esseri son soliti dare allo stato delle kose-
-Non trova ke il termine Stato delle Kose porti in se un retrogusto di immobilità?-
Tintinno le mie konvinzioni rifiutando la pralineria.
-Il Mare è immobile? E non ha forse un suo stato delle kose?-
Dannazione, l'avevo sottovalutato. L'avevo sempre immaginato kostrinto nella polvere del Kolletto Bianko.
-Quindi è una konvenzione sottintendere anke ke il Mare sia ordinato- postillo.
-Esattamente-.
-Senta, in effetti non ero preparato ad una situazione del genere. In realtà avevo posto molta kura nel dettaglio delle voci alla nota di kredito...-
-Sì, sono molto ordinate-
-Posso darti del Tu?-
-Certo-
-Stai tentando di mettermi in diffikoltà?-
-Non hai bisogno di molto aiuto per esserlo, mi pare-
-Vorrei dirti ke sei arguto, tuttavia non okkorre intuizione. Avvalendoti di quel probante test di 7 kartelle. Solo il sunto dei miei krediti in effetti-
-Sì, ok, però hai usato un karattere 12 interlinea 2,5-
-Su konsiglio del mio kommercialista oniriko in effetti. Sostiene ke sia una konvezione legale-
-Quindi mi stai dicendo ke segui le konvenzioni-
-Il konfine tra Arguto e Bastardo a volte è molto sottile-
-Sì, sono arguto-.
-Va bene. Konveniamone. L'Arguto Ordine del Kosmo. Kredi ke potrai fare qualkosa per i miei interessi oltre ke per i miei squilibri?-
-Vedremo-.
Attendo kon ansia il giorno in kui deciderà di svegliarsi. Senza ke me ne voglia per questa meravigliosa infusiera Thun ke ho deciso arbitrariamente di prendermi in pegno. L'arguzia non è sorella di sangue dell'attenzione evidentemente.