giovedì, febbraio 28, 2008

Konseguenze d'Ombra


Trafugai pianeti
e subornai le stelle.
Annodai
alkimie di dolore
in origami
di kolore e treni;

il buio sbadigliò kompunto.

Kontorsioni affilate
recisero
finalmente
lo stelo della notte.

Night.Fight.Light.

Restai immobile e liquido.
Guardai me guardarmi:
mordere i konfini del tempo;
perder angoli di labbra.

Ritmike in levare
di sasso e latta.
Sobillar di mani,
Koreografie d'ombra.

Sorrisi&Rabbia
in kalici d'orkidea
s'abbandonano a korrenti
di kappuccio e vento;
Dissolvenze,
Delirio.
E una biglia in spirale
oltre la linea della vita.

OneNightSpray

martedì, febbraio 26, 2008

Relatività&Legalità


Io.
-Una Becks-.
Lui.
-5 Euro-
Io.
Silenzio
Lui.
-Ke c'è?-

In effetti niente. Solo uno strasciko. Perverso infondo.
Kontinuo a domandarmi perkè non abbia avuto almeno il buon gusto di indossare quantomeno un passamontagna.

Non finirò mai di sorprendermi di quanto sia relativo il koncetto di legalità.

venerdì, febbraio 15, 2008

DiMe,DiSe&D'altreSciokkezze


Ho fiducia in tutti gli animali
ma adoro specialmente
i cani in concerto

Eccomi qui, che leggo semi-legalmente
a voi, canilupo e cani da caccia

Un procione sgattaiolò dentro
eludendo il bigliettaio
Una giacca di cuoio calzante come un guanto
come il cappuccio di un falcone
sgusciò su di una sedia

Ricordo ancora quella pelle sinuosa
che anelava all'infiochirsi delle luci,
il suo sbadiglio slogamascelle
come la spaccata di un'acrobata
benedetta da "La Belle Dame" di Blok
che inarca la schiena
Una cagna allungò le zampe
come le gambe di una chaise-loungue.

La sala è muschiata di Marijuana,
cane pazzo dai mille occhi
come nelle visioni
apocalittiche di San Giovanni.
Mille occhi -
Che affare per i fabbricanti di lenti a contatto!

Burocrati, vi venga una accidente!
Un poeta sta ululando.
Ferlinghetti, cappello di pecora -
lupo rosso, in pelle di pecora grigia,
Agnello vestito da lupo,
si accende uno spinello con il mandato di cattura.
In tempi di Giudizio, un mandato pende su tutti noi.
Compresi maschi e cagne.

Ispida generazione, toccherà a noi il giudizio
se Dio non vuol giudicare
quelli che ci impiccano nei supermarket
quelli che fanno come dei Giuda
e hanno un bel tornaconto!
Perciò ero lì, assassino della Parola,
e la mia giacca scricchiolava -
pelle di mucca imbottita d'anima.

Chissadove le sue sorelle muggivano
in mungi-messimpiega elettrici.

Medagliette medievali di cani-soldati
brillano al petto dei cani.

A te, trasudante profumo,
sto gridando l'amore
di un randagio di Mosca senza orecchie
che non ha medaglie.

Eppure canto meglio di una cagna
e se dessi un concerto
tutti quei Caruso si venderebbero il fegato
per la mia Voce del Padrone

Vecchio Vagabondo, vecchio Fido -
Loro Capivano senza traduzione -
perchè la natura della poesia
non è nella grammatica ma nelle viscere.

Loro Capivano senza traduzione,
Senza vocabolario Inglese-Russo -
solo la lingua del cielo e dei campi
e i luoghi dove la musica
non ha mentito.

Loro Capivano respirando a fondo.
Prima che la Parola fosse Dio
luna e cane fra loro si capivano.

Voglio essere capito
E a quelli che son sordi alla poesia,
spiegherà tutto un collie di sei piedi,
a zanne nude!

AndreJ Voznesenskij, Apocanisse

martedì, febbraio 12, 2008

Uniko&Mio

"Dio e l'umanità non hanno riposto la loro causa che in se stessi. Epperciò voglio riporre anch'io in me stesso la mia causa, io, che, al pari di Dio, sono nulla per ogni altra cosa, e per me sono il mio tutto, l'unico. Se Dio e l'umanità son ricchi abbastanza per esser tutto a se stessi, io sento che a me manca ancor meno e che non potrò lagnarmi della mia vanità. Io non sono il nulla del vacuo, ma il nulla creatore, il nulla dal quale io stesso creo ogni cosa. Lungi dunque da me ogni causa, che non sia propriamente e interamente la mia! Voi pensate che la mia causa debba essere per lo meno la buona causa? Ma che buono, ma che cattivo! Io sono per me stesso la mia causa, ed io non sono nè buono nè cattivo. Tutto ciò per me non ha senso alcuno. Il divino è cosa di Dio, l'umano dell'"uomo". La mia causa non è divina nè umana, non è la verità, non è la bontà, nè la giustizia, nè la libertà, ma unicamente ciò che è mio: e non è una causa universale, bensì unica, come unico sono io. Nessuna cosa mi sta a cuore più di me stesso."

Max Stirner, L'Unico e la Sua Proprietà

Mi trascino tra viscidi untori di sorrisi ipokriti.
E appestati lobotomizzati nell'estasi del kontagio.
Spleen


domenica, febbraio 10, 2008

Libretto dell'Assenze (an-notate)

(Smashing Punkins - Milano 2 Febbraio 2008)

Tatto Instabile. Carta gialla.

Tratto Indelebile. Kina nera.

Forma Morbida. Doppia Stella.

Bordi strappati. Kollante alkemiko.


Bandiera rovescia.

Un biglietto. Probabilmente.

Senza esse. Per una volta.

Senza utilità. Necessariamente.


Kome in una metodika e certosina
ricerka di inappuntabile imperfezione.
Appoggiato tra pagina e lenzuola.

Ripetendomi e Ripetendosi.


"Insolente al di là del sopportabile
e strafottente nella più assoluta imprevedibilità
qualunque cosa abbia detto o scritto

ha sempre rivelato
il dono
di non dire
mai una sciocchezza".

Inevitabilmente Kaso.
Ordinatamente Kaos.

Ankora una volta,
mai necessariamente:

A/R

Senza Firma.
Senza Giustifikazione.
Qui.
(10 Febbraio 2008)

giovedì, febbraio 07, 2008

Tricks&Loops

"Amou daquela vez Como se fosse a última
Beijou sua mulher Como se fosse a última
E cada filho seu Como se fosse o único
E atravessou a rua Com seu passo tímido
Subiu a construção Como se fosse máquina
Ergueu no patamar Quatro paredes sólidas
Tijolo com tijolo Num desenho mágico
Seus olhos embotados De cimento e lágrima
Sentou prá descansar Como se fosse sábado
Comeu feijão com arroz Como se fosse um príncipe
Bebeu e soluçou Como se fosse um náufrago
Dançou e gargalhou Como se ouvisse música
E tropeçou no céu Como se fosse um bêbado
E flutuou no ar Como se fosse um pássaro
E se acabou no chão Feito um pacote flácido
Agonizou no meio Do passeio público
Morreu na contramão Atrapalhando o tráfego..."

Chico Buarque, Construçao

"Amò quella volta come se fosse l'ultima
Baciò sua moglie come se fosse l'ultima
E ciascun figlio suo come se fosse l'ultimo
E attraversò la via col suo passo timido
Salì la costruzione come se fosse macchina
Tirò su all'ultimo piano quattro pareti solide
Mattone su mattone in un disegno magico
I suoi occhi velati di cemento e lacrime
Sedette per riposare come se fosse sabato
Mangiò fagioli e riso come se fosse principe
Bevendo e singhiozzando come se fosse un naufrago
Ballò e rise come se ascoltasse musica
E inciampò nel cielo come se fosse un ubriaco
E fluttuò nell'aria come se fosse un passero
E si arrestò al suolo come se fosse un fardello flaccido
Agonizzò nel mezzo del passaggio pubblico
Morì contromano intralciando il traffico"

mercoledì, febbraio 06, 2008

PsikoNauti


Le terapie di gruppo si basano sul bislakko koncetto di kondivisione kome liberazione.

Una tesi del genere presuppone presunti equilibri dissennati e autoreferenziali dei partecipanti.

E' altresì evidente ke una terapia verbale, di tipo arteterapeutiko, ke può scientifikamente sfociare nello psikodramma, dovrebbe essere materia in kui inkauti eternauti, fraterni e svegli per quanto improvvisati, sarebbero invitati ad addentrarsi kautamente.
Non tanto rispettosi quanto prudenti nei konfronti di menti perverse e inquiete. Il prezzo da pagare per un tentato e mankato konforto è la kondivisione inversa.

Il koncetto di libertà è metafisika.
Il modo di viverla o di viverne l'assenza disadattamento.

Sostenere ke la terapia di gruppo sia ineffikace è un becero millantare.
Prender koscienza d'aver kondiviso le proprie inquietudini appaga.
Konstatare il talento di kui dispongo nella diffusione osmotika di queste non ha prezzo.

"If you could read my mind love
What a tale my thoughts could tell
Just like an old time movie
bout a ghost from a wishin well
In a castle dark or a fortress strong
With chains upon my feet
You know that ghost is me
And I will never be set free
As long as Im a ghost that you cant see"

Gordon Lightfoot, "If you could read my mind love"

martedì, febbraio 05, 2008

So Far So Good


Derive psikoattive inkantano.
Prefissi d'autodistruzione

onnodano krocikki d'acqua,

singhiozzi d'autokonservazione

affondan andature portanti
su pance piatte.

Le inversioni si fanno spirali.
Lego sirene all'albero,
sciolgo l'albero.
Fiokko.


Fuoribordo da giullare,

sonaglio in One Drop;

spingo il
traverso
oltre i diritti di rotta,
parlo kon me stesso,

soffio.


Polene estatike,

inutili e irresistibili,
finiskono viaribili suadenti
d'equazioni didaskalike.


Kartografia:

appallar mappe,

desiderar senzarotta,

brandir le stelle.

domenica, febbraio 03, 2008

Diario dello S3Gatto

Il tasso kon la bomboletta ha perkosso l'ingresso e ha dilaniato la stanza da thè. Le madamadukesse hanno appeso guanti di zukkero filato alle pendici del kamino. Hanno atteso senza ansia ke fosse dato inizio alle danza per poter finalmente battere il tempo su pelli tese di metronomi antropomorfi. La notte diskostava le palpebre del baldakkino mentre lune azzurre hanno vestito di porpora sospiri indomiti, konati di galera e vikoli dismessi. Il tasso s'è assopito in uno starnuto di spray, le tazze son kolate a pikko, le dosi; bradipi sommersi avvinti e avvolti han graffiato soffitti di giardino notturno e grekale.

Omero osserva ankora il cilindro della lavatrice kome fosse un kaleidoskopio e a nulla serve rikordargli d'esser cieko.

Di me ke resta?
Una domanda inutile per enigmisti ke s'ostinano a kredersi dottori.

venerdì, febbraio 01, 2008

A volte.

A volte qualcuno rimane.

Di poesia mi reputo un antico drogato

(iniziai per solitudine a quattordici anni
con spinelli in terza rima a sedici mi bucavo
versi sciolti più tardi m'iniettai -quel tanto-
parolelibere in esperienze neoformaliste)

Da tempo mi coltivo (solitario) la roba
Non soffro crisi d'astinenza evito cauteloso
L'overdose

M'affratello ai clandestini della parola
Ai tossicopoesiomani ai liricodipendenti

Di poesia mi reputo un antico drogato
Agli indifesi in più plaghe temuti dal potere
Mentalmente perquisiti destinati a campi
Di deconcentrazione

E’ canapa indiana la parola e cresce
In terra di libertà parola trasmutata
Risignificata – vena musica fionda – era
In principio

Sarà anche alla fine

(a volte qualcuno rimane accartocciato
in un angolo accanto a versisiringa a volte
poeti si muore)

Lucio Zinna, A volte qualcuno rimane