lunedì, novembre 27, 2006

In Certezze

Un giorno inkontrerò un prete.
Probabilmente lui mi guarderà kompassionevole.
Immagino già il karitatevole odore di lavanda dono di ogni perpetua del nuovo millennio.
Un vestito "fiko" e kasual perkè i preti di oggi sono "Ouanesgheps" e il kollare kandido a rikordar loro ke sono pastori in un mondo di pekore kannibali.
Probabilmente mi sorriderà e nel gioko perverso della pasqua e degli agnelli sakrifikali mi rikorderà, kon kadenza sakrale: -Dio è risorto!-.
Non tenterò nemmeno la fatika diplomatika (in fondo "la diplomazia non è altro ke la scienza ke studia la possibilità d'ottenere dal nostro io il permesso di kontraddirlo", Korvo Rosso) del divinkolarmi in aeree evoluzioni:
-Certo ke ce ne sono di masokisti in giro-.

venerdì, novembre 24, 2006

Divine Sprovvedute (Le ragazze dello Zoo Fi Orentino)

P.za Santa Kroce

Un Novembre senza Pioggia alleggerisce le dense sagome sulla skalinata.

Un eterogeneo branko poko umano e parzialmente metropolitano unghiggia sul marmo cerkando un appollaiamento duraturo.

Mi siedo. Una debordante ragazzina semianoressika mi siede akkanto. Potrei oppormi ke lei già sedeva lì da prima ma in fondo probabilmente mi attendeva lì a sua inkoscienza.

Ripeto gesti kon skadenza kanonika da diventare rituali. Il sagrato della kiesa fa il resto. Nell'incensamento del momento vengo meno.

Mi giro verso la davvero "divina" apparentemente potenziale provvidente "amika".

-Skusa, hai una kartina?-. Entro nella sua kontorsione di koscienza.
-Giusto una-. Suona profetikamente perfetto.
-Bene. Niente più di ciò ke mi serve-. Argomento.
Lei: -Guarda ke non sono mika Madre Teresa- postilla.

Oibhò. Il mondo mi si sovverte. L'akkadituro diventa perituro, il profeta diventa esegeta, il predestinato ostinato.

Cerko l'ascesi dalla stizza e mi ritiro a disegnare nuovamente, e kon nuova linfa, porte a soffietto nell'aria. A destra, opposta alla "divina" (e adesso) Sprovvidenza in OverSize, una barba inkolta annidia una sigaretta di Drum. Una domanda, un Kastello (o telaio, ndr) e poka attenzione in più: il kosto del -mio e me lo tengo-.

Il Sakro Rito si kompie, sempre attenti ke non sopraggiungano le oskure forze del male in banda vertikale. L'aria si pervade di profumi giunonici e il branko in dissesto di pokanzi mi si trasforma in una armoniosa kollettività di animali buffi, sbofonchianti e pigri. Mi stanno attorno, ed io in mezzo a loro: attendessero ke la mia parola, illuminata dalla lingua della pent(hc)ekoste, fosse loro komprensibile. Faine ululanti, poiane in poncho, sterkorari griffati, ossequiosi militanti dell'acido formiko... pesci e gatti, pescegatta e pisciaghetti, anatre mute ma affatto sorde, kriceti in doppiopetto, funambolici rettili dell'ultimo minuto, nutrie kon l'aurikolare.

Panta Rei.
Ma non la "divina" Sprovvidenza.

Lei adesso:-Mi fai fare un tiro?-.
Ekkola la vera Divina Provvidenza. Sotto la seducente forma di Madame Vendetta.
-Non sono mika San Francesko-. Sorrido dubitando della mia negazione in questo giardino zoologiko metropolitano.

domenica, novembre 19, 2006

Piove all'insù


"Si kapiva subito ke era intelligente, era intelligentissimo, un genio, e capitava persino che per un momento riuscisse a farmi dubitare, kon una frase, una battuta, della mia centralità nell'universo."

martedì, novembre 14, 2006

M(ulti)h(its)z(hyon)

Restano distanti,
parapetti irrisori per salti innoqui.
Restano ligi,
inossidabili paratie per temporali asciutti.
Restano impulsi del Systema. O Frequenze.
Restano.
E ciò è quel ke mi preokkupa.

domenica, novembre 12, 2006

Vetri e vetrine

Vorrei ke poteste vedervi mentre affollate, korpulenti e impalpabili, strade preposte al vostro passaggio. Annidarvi al tepore delle vetrine, agghiacciarvi dei loro prezzi e skandalizzarvi quando kadono in tonfi sordi.

Ne ho una di vetrine. Lastre sottili ke sfidano il sasso per skoprirne la mano.

Non avete il koraggio. Non avete i sassi. Non avete mani.

Dal basso. Piove all'insù.

venerdì, novembre 10, 2006

Lode al Dubbio

Sia lode al dubbio! Vi consiglio, salutate
serenamente e con rispetto chi
come moneta infida pesa la vostra parola!
Vorrei che foste accorti, che non deste
con troppa fiducia la vostra parola.

Leggete la storia e guardate
in fuga furiosa invincibili eserciti.
In ogni luogo
fortezze indistruttibili rovinano e
anche se innumerabile era l'Armada salpando,
le navi che tornarono
le si poté contare.

Fu così un giorno un uomo sull'inaccessibile vetta
e giunse una nave alla fine
dell'infinito mare.

Oh bello lo scuoter del capo
su verità incontestabili!
Oh il coraggioso medico che cura
l'ammalato senza speranza!

Ma d'ogni dubbio il più bello
è quando coloro che sono
senza fede, senza forza, levano il capo e
alla forza dei loro oppressori
non credono più!

Oh quanta fatica ci volle per conquistare il principio!
Quante vittime costò!
Com'era difficile accorgersi
Che fosse così e non diverso!
Con un respiro di sollievo un giorno un uomo nel libro del sapere lo scrisse.

Forse a lungo là dentro starà e più generazioni
ne vivranno e in quello vedranno un'eterna sapienza
e sprizzeranno i sapienti chi non lo conosce.
Ma può avvenire che spunti un sospetto, di nuove esperienze,
che quella tesi scuotano. Il dubbio si desta.
E un altro giorno un uomo dal libro del sapere
gravemente cancella quella tesi.

Intronato dagli ordini, passato alla visita
d'idoneità da barbuti medici, ispezionato
da esseri raggianti di fregi d'oro, edificato
da solennissimi preti, che gli sbattono alle orecchie
un libro redatto da Iddio in persona, erudito
da impazienti pedagoghi, sta il povero e ode
che questo mondo è il migliore dei mondi possibili e che il buco
nel tetto della sua stanza è stato proprio previsto da Dio.
Veramente gli è difficile dubitare di questo mondo.
Madido di sudore si curva l'uomo che costruisce
la casa dove non lui dovrà abitare,
ma sgobba madido di sudore anche l'uomo che la propria casa si costruisce.
Sono coloro che non riflettono, a non dubitare mai.
Splendida è la loro digestione, infallibile il loro giudizio.
Non credono al fatti, credono solo a se stessi. Se occorre,
tanto peggio per i fatti. La pazienza che han con se stessi
è sconfinata. Gli argomenti li odono con l'orecchio della spia.

Con coloro che non riflettono e mai dubitano
si incontrano coloro che riflettono e mai agiscono.
Non dubitano per giungere alla decisione, bensì
per schivare la decisione. Le teste
le usano solo per scuoterle. Con aria grave
mettono in guardia dall'acqua i passeggeri di navi che affondano.
Sotto l'ascia dell'assassino
si chiedono se anch'egli non sia un uomo.
Dopo aver rilevato, mormorando,
che la questione non è ancora sviscerata, vanno a letto.
La loro attività consiste nell'oscillare.
Il loro motto preferito è: l'istruttoria continua.
Certo, se il dubbio lodate
non lodate però
quel dubbio che è disperazione!

Che giova poter dubitare, a colui
che non riesce a decidersi!
Può sbagliarsi ad agire
chi di motivi troppo scarsi si contenta,
ma inattivo rimane nel pericolo
chi di troppi ha bisogno.

Tu, tu che sei una guida, non dimenticare
che tale sei, perchè hai dubitato delle guide!
E dunque a chi è guidato permetti il dubbio!

Bertolt Brecht

giovedì, novembre 09, 2006

Messaggi a livello



I passaggi a livello.
A suo modo affascinanti direi. Barre vuote e diligentemente dipinte, parallele tra se, al cielo e alla terra. Segmenti limitati e limitanti. Lievitano e tracciano i tempi di passo per esseri ormai inabili a perkorrere strade non già asfaltate, nel non seguire orme tracciate, sognanti di perdersi. Krocikki binario-pneumatici tracciano forme imperfette su perkorsi imperfetti. La lokomotiva ke violenta l'auto nei suoi tempi; e ciò può starci. Nella kaotika korsa inversa al produttivismo la makkina domina la makkina, il numero sul numero, il metallo sul metallo. L'inerziale spinta "pendolare" domina l'individualismo skiavizzato del rinkasare. L'uomo oltrepassa la makkina. Esile e dinamiko nella kontrapposizione bilanciata di corpo e bici risale la koda il vekkio. Ingabbiato e automutilatosi di kollo in nome del trapuntato, goffamente giunge sull'invalikabile destino di uomo-makkina-sbarra. Una mente pensante. Il perikolo su rotaia. La legge. Guardo l'immagine graffiandola kon lo sguardo liquido della sovversione. Prekoncetto, dogma, sbarra e metallo. Istinto e okkasione. Non mi è difficile e di questo sorrido. La testa ke oltrepassa la sbarra. L'okkio ke korre lungo i binari. Vettoriali stavolta. E infallibili. La forza distruttrice della lokomotiva skiava della sua binaria previdibilità. Osservo avido il gesto "devotivo" alla struttura, irriverente nell'essenza, sakrale nel tempo cikliko della ripetizione, sinuoso nelle forme. Inklinazione: piega la bici. Flessibilità. La leggerezza del volo pedalato konnaturata in umana e solare proporzione alla massa muskolare. Un falso inkino dove il manubrio inginokkiato all'altare della makkina scivola in un limbo di novembre sotto la sbarra. Kollaborazione. Ciò ke sorresse la mano destra lo fece la sinistra. La presa passa dal manubrio al sottosella. Nessuna incertezza. Interazione. Ciò ke sorresse la bici fu sorretta da essa. Accigliato in movimenti ke poko tempo prima non kostituivano sforzo il vekkio passa la sbarra aggrappato all'aggrappato. Uomo e bici nella terra di nessuno. O della makkina. Eretto adesso, in preda di venti immobili, in flagrante di reato, sbadiglia kompunto dividendo l'apertura orale in entrambe le direzioni. 7 passi. La distanza. Ossequiosamente e legalmente imperkorribile. La morte forse? L'ombra. Nient'altro ke essa. La sovversione stessa. Ombra nell'inkinarsi al systema ke abbatteva. Impavida nei 7 passi tra il legale e l'illegale. Pura nel moto sossultorio della non fuga. Sorrido.

Log-Out

"Il tempo konta soltanto quando si ha un motivo per spenderlo. Narravo poko fa di kome abbia traskorso venti minuti fermo davanti ad un passaggio a livello. Aperto. La domanda ke mi tormentava era: -Ke mai ho da fare per non fingere di averlo trovato kiuso kome tutti gli altri giorni?-. Poi ho questa morboso fascino avverso per le abitudini..."


"Non mi allineo,
non mi adeguo,
critico ciò che gli altri adulano...
sono un perfetto ingranaggio difettoso"

(anonima umbra)

martedì, novembre 07, 2006

Non solo sciocchezze...



"Dopo aver aperto la porta con un calcio, l'alunno S. irrompe in aula con 20 min di ritardo rispetto all'inizio della lezione, puntando un tubo da disegno contro i compagni e urlando: -Chi ha chiamato l'a-Team?!- nel tripudio dei compagni di classe".

"L'alunno S. viene trovato in possesso di vari estintori per ricavarne lucro"

"L'alunno F. si presenta in classe con un ritardo improponibile sostenendo di aver fatto tale ritardo per "vento contrario".

"Durante l'ora di filosofia la classe stenta a credermi".

"L'alunno G., al termine della ricreazione, sale su un balcone adiacente la cattedra e dopo aver gridate: "Ondaaaaa energetica" emette un rutto notevole che incita la classe al delirio collettivo".

"La classe fa la ola mentre spiego!, a cura di J.Beer, Rizzoli editore, 2006.

sabato, novembre 04, 2006

Ode a Schulz




- Mi ami? - chiese lei.
- Ma certo! - rispose lui.

- Mi ami davvero? - chiese lei.

- Ma certo! - rispose lui.


- Mi ami davvero davvero? - chiese lei.

- No - rispose lui.


- Mi ami? - chiese lei.

- Ma certo! - rispose lui.

Lei non chiese più altro.

Tyto Alba



Liquida, mia, impalpabile,
notte, ombre di vetro,
candore attanaglia,
il buio, calore agghiacciante,
salita e discesa in un unico volo
contorto, rapace
perduto, accordato.

Zampette giocose,
cristalli di rosso,
artigli sinuosi.

Assorto, perso,
confine impalpabile.
Troppo pigro per prendermi
la notte che mi appartiene.
Sogni di tempi putativi
innalzano Babele d'alibi
per conchiglie cui
dar nome Utopia.

Rapace.
Ruvide stagioni
taglienti-tagliate
predando le prede
anelando
predando i predanti.
Spazio-Tempo per
predatori
perdenti
perduti
percossi.

Imprinting.
Pelli rigurgitate
stagliano implose
ai piedi del tronco.
Nessuna vittima.
Nessun rimorso.
Catene alimentari
autoalimentate
autolimitanti
cadono e colano
esanimi.
Un sorriso nel becco.

Tyto Alba

giovedì, novembre 02, 2006

Il Cielo Sopra Berlino


Dare un senso alla vita può condurre alla Follia
ma una vita senza senso è la tortura
dell'inquietudine e del vano desiderio:
è una barca che anela al mare eppur lo teme.

To put meaning in one’s life may end in madness,
But life without meaning is the torture
Of restlessness and vague desire—
It is a boat longing for the sea and yet afraid.

Peter Pan 5

Abbi fiducia nella vita
e non nelle ideologie;
non ascoltare i missionari
di quest’illusione o quell’altra.

Ricorda che c’è una sola cosa
affermativa, l’invenzione;
il sistema invece è caratteristico
della mancanza d’immaginazione.

Ricorda che tutto accade
a caso e che niente dura,
il che non ti vieta di fare
un disegno sul vetro appannato,

né di cantare qualche nota
semplice quando sei contento;
può darsi che sia un bel disegno,
che la canzone sia bella:

ma questo non ha certo importanza,
basta che piacciano a te.
Un giorno morrai; non fa niente,
poiché saranno gli altri ad accorgersene.

Rodolfo Wilcock

mercoledì, novembre 01, 2006

Oaxaca, ecco gli assassini


27 ottobre 2006

Brad Will, documentarista e reporter per Indymedia in New York, Bolivia e Brasile, è morto oggi per un colpo nel petto, quando aggressori a favore del governo hanno aperto il fuoco contro una barricata nel quartiere di Santa Lucía del Camino, alla periferia della città di Oaxaca, Messico. è morto con la sua videocamera in mano.



Gli assassini di Brad Will: Juan Carlos Soriano Velasco (maglietta rossa), poliziotto detto “El Chapulín”; Manuel Aguilar (giacca scura), capo del personale del municipio, e Avel (sic) Santiago Zárate (camicia rossa), dirigente della sicurezza pubblica, identificati da El Universal Foto: D.R. 2006 El Universal

Mentre parlava in un meeting pubblico dell’Altra Campagna in Buaiscobe, Sonora – avendo saputo degli eventi del giorno e ricevuto la notizia della morte di Brad – il subcomandante Marcos ha detto alla gente ed alla stampa:

”Alcuni minuti fa, ci hanno avvisato che i paramilitari del governo hanno attaccato una barricata, un bel gruppo di gente, ed hanno ammazzato almeno una persona. Quella persona che hanno ammazzato lavora nei media alternativi, come li chiamiamo noi. Cioè non sono della televisione o dei grandi giornali, ma è gente come quella che viene qui in autobus, che sta guardando la gente in basso e portando fuori la sua voce, affinché si conosca. Perché sappiamo già che alla televisione escono solo le cose dal governo e sui giornali pure. E questa persona, un compagno dell’Altra Campagna, che aveva camminato da varie parti con noi quando andavamo per lo Yucatan, stava lì, prendendo foto e filmando quello che stava succedendo e gli hanno sparato ed è morto. Sanno anche che c’è un’altra persona morta ed il governo non vuole farsi carico di ciò che ha fatto, mentre adesso quello che ci dicono è che di tutto il popolo di Oaxaca si sta mobilitando, magari con la paura, ma si stanno mobilitando per occupare le strade e per protestare contro questa nuova ingiustizia. E noi stiamo facendo un appello a tutta l’Altra Campagna a livello nazionale ed ai compagni ed alle compagne che stanno in altri paesi, affinché ci uniamo per esigere giustizia per la morte di questo nostro compagno, specialmente a tutti i media alternativi ed ai media liberi che ci sono in Messico ed in tutto il mondo”.

RACCOGLIAMO L'APPELLO ALL'AZIONE DI INDYMEDIA NEW YORK
giovedì 2 novembre
Ore 18:00
MOBILITAZIONE:
CONTRO LA REPRESSIONE AD OAXACA E IN RICORDO DI BRAD WILLS

davanti all’AMBASCIATA MESSICANA A ROMA
Via Lazzaro Spallanzani 16

Nient'altro da aggiungere.