mercoledì, gennaio 23, 2008

Elementanzioni

Bandiere kome Gabbie.

Orge spettrali. Kanoni inversi in kalamitazioni kolme e kolanti, kalkate e kalkanti.

Acqua. Mare. Attrazioni e Astrazioni a Tratti Distratti.

Terrazze dirompono su quieti dirupi di ginestra, squame, burroni e kartine, rinkorse e salti di palo, fraske di rosmarino, singhiozzi di merito, kadute e voli, salti senza rete e voli oltre questa; graffiti e deja vu, kontorsioni e ghiaccio, pieghe, kolla, kollante e rullante, kassa, kontrokassa e violoncello, battere e levare, levare per mettere, andare per tornare, elezioni senza elettori ed eletti dialetti letti voluti in diletti letti indorati da asinkronie di marea.

Riot Quantiko in Paradigma di Systema.

Siedo e annodo linee di orizzonte in bikkieri di polikromie.
Torre di sfondo. Arrokko vibrazioni di kolore e mastiko nuvole di vetro.
Kado ogni volta ke mi siedo e kado ogni volta ke non kado.

Gabbiani stuprano cieli improbalpabili ebbri del potere di decider nella voluttuosità del kogliere e del momento, in umori kadenzati, in danze immobili, se farsi anatema o amante. Sogno unghie metallike su barattoli di sogni, tintinnar di falangi e bankettar di parole. Pentatonike negli spiccioli dell'onde e fomentatori dell'inquietudine dissertar di sale nell'ombra dell'acqua nell'acqua. Akrobati delle predestinazioni e kolletti bianki della volontà derisa.

Sobbalza il quadro, dissolve, kompone. L'Acqua è una biglia tra kiglia e konkiglia, skaglia la sveglia per miglia e miglia, lascia e ripiglia, spariglia, skompiglia, Fuoko di paglia prende ke è una Meraviglia, veglia la soglia. Voglia.

Scivoli antitetici e antigravitazionali in parallele opposte e komposte, tentate riposte, finite risposte.
Furiosi cilindri di Vento in una bonaccia estatika, dentro e fuori in kollimante kollisione, kollasso e implosione. Fucina di strappi nel palmo di mano e baritonali flessuosi e fluenti arrampikano il sole ke, ormai skomparso, può essere intuito. Flussi di koscienza.

Ventre di skiuma, sobillar di sabbia, grakkiar di skoglio, ventriloquar d'anfratto, skrikkiolar di brezza, frusciar di legno, sordità d'alga, frustar di ciottolo e postillar d'onda. Ritmike, korde, fughe fuggenti da spiagge e lustri passati da poko, fuggir per esser cerkato, restare per skappare, skappare per skappare, inkappare in fughe e sublimazioni di queste. Quindici anni a koltivar inquietudini per sillogismi, assonanze, allitterazioni e konsonanze dal dono di sintesi. Inverno. Libertario kova alibi di freddo e spazio per gabbiani reietti, e gabbiani. E reietti.


"To put meaning in one’s life may end in madness,

But life without meaning is the torture
Of restlessness and vague desire
It is a boat longing for the sea and yet afraid." E.L.M.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

B-Anal.E_E_ Meto.Di(In)sta_nze.

Infanzia. Giare. Ana-L-temi divini. Lupi sbranano paesaggi uterini. In otre. Tremo e remo. Incanti d' armi, mida e fughe. Re Diesis. Ritorni e senza rughe. Vittorie. Baleni. Archi e corone. L' avvento di Napoleone. Luci. Soffuse. Champagne e caviale. Incavo ignavo viale. In Viola vincevo da protagonista. Nel bianco nome dell' antagonista. Giammai fui lista. In vero, rovere ero. E furon rovine. La croce, opprime. Sotterfugi vari in rima di matti, ani e mali anelati allato maligni in espliciti sogghigni. Lime e Lame a celar gli antri di violentate mie sottane. E giunse Ale. Gambe tagliate. Anime. Mine. Nemici in aiuto. Saturnale vergine stuprata. Imbuto. Soffio di liuto. Gemea la splendente chimera. Venne di luce fenice. e scese l' eterna mia sera. In ancestrale irreale aiuto persi l' aureola l' arpa e suonai , freddo, il piu' falso e profondo liuto.

Nazareno mi chiama. Giocondo. Ho guardato dal basso del vaso e girato gitano raggenato nel fondo in girotondo di danza assonante in loco utopistico e distante. DNA distrutto. Lampante. Cuore D' Aliante. Muto e disfatto, ricevo dal cielo fin troppo veloce l' ultimo sfratto. Spirali. E scale d' oro. Mirabolante alloro. E sento il suo ghigno. Ferale e fatale. In stanza e' sera. Resa. Tesa. Rete. Inerte.

Reale.

In seguito all' adorazione venni spezzato.
La consegnarono. A me. La lettera di un condannato.

Ed ora? Rinchiuso.

Di quattro merdose squallide vomitate parole avulso da onori abuso.

EgoStirner ha detto...

Solo intuizioni per un'apprezzata assenza di firma, per nessi konnessi e scissi. Per il resto è il piacere del leggere.

Anonimo ha detto...

soltanto due persone possono essere gli autori di questo commento:
1) Snikrot
2) Il_merovingio.

Quanto meno tra le persone che sono state o sono nella loggia filosofi di chat lycos.
Se si trattasse di Snikrot avrei così piacere di ritrovarlo..

O sbaglio?
Comunque, bello il post e mi inchino al commento...che merita un post tutto suo ( mio modesto parere)
Un bacio a tutti tre :-)
M.