siamo la ciurma anemica d’una galera infame su cui ratta la morte miete per lenta fame
mai orizzonti limpidi schiude la nostra aurora e sulla tolda squallida urla la scolta ognora
i nostri dì si involano fra fetide carene siam magri smunti schiavi stretti in ferro catene
sorge sul mar la luna ruotan le stelle in cielo ma sulle nostre luci steso è un funereo velo
torme di schiavi adusti chini a gemer sul remo spezziam queste catene o chini a remar morremo!
cos’è gementi schiavi questo remar remare? meglio morir tra i flutti sul biancheggiar del mare
remiam finché la nave si schianti sui frangenti alte le rossonere fra il sibilar dei venti!
e sia pietosa coltrice l’onda spumosa e ria ma sorga un dì sui martiri il sol dell’anarchia
su schiavi all’armi all’armi! l’onda gorgoglia e sale tuoni baleni e fulmini sul galeon fatale
su schiavi all’armi all’armi pugnam col braccio forte! giuriam giuriam giustizia o libertà o morte!
giuriam giuriam giustizia o libertà o morte!
(il galeone - belgrado pedrini)
ieri ho ritrovato questi versi scritti a penna nella terza di copertina di un libro vecchio di quindici anni, di quelli che fanno il nido nei ripiani bassi delle librerie (se ne stanno lì defilati perché sono consapevoli di essere indimenticabili). e insomma, mentre mi si scioglievano in bocca certe memorie del passato, si è semiautomaticamente stabilito un link con questo spazio. credo per via di qualcosa scritta tempo fa a proposito di mari, tempeste, umanità in attraversamento. guard/ascoltali musicati dai ronin e animati nientemeno che da ericailcane. una dolcezza infinita.
http://www.youtube.com/watch?v=d69CFiWsBAY
(e che i tempi migliori siano tanti da non far bastare le stelle incartate in mezzo a quel post nerobluliquido che gocciola qui sopra, in quel fare notte/farsi notte. con lentezza)
1 commento:
siamo la ciurma anemica
d’una galera infame
su cui ratta la morte
miete per lenta fame
mai orizzonti limpidi
schiude la nostra aurora
e sulla tolda squallida
urla la scolta ognora
i nostri dì si involano
fra fetide carene
siam magri smunti schiavi
stretti in ferro catene
sorge sul mar la luna
ruotan le stelle in cielo
ma sulle nostre luci
steso è un funereo velo
torme di schiavi adusti
chini a gemer sul remo
spezziam queste catene
o chini a remar morremo!
cos’è gementi schiavi
questo remar remare?
meglio morir tra i flutti
sul biancheggiar del mare
remiam finché la nave
si schianti sui frangenti
alte le rossonere
fra il sibilar dei venti!
e sia pietosa coltrice
l’onda spumosa e ria
ma sorga un dì sui martiri
il sol dell’anarchia
su schiavi all’armi all’armi!
l’onda gorgoglia e sale
tuoni baleni e fulmini
sul galeon fatale
su schiavi all’armi all’armi
pugnam col braccio forte!
giuriam giuriam giustizia
o libertà o morte!
giuriam giuriam giustizia
o libertà o morte!
(il galeone - belgrado pedrini)
ieri ho ritrovato questi versi scritti a penna nella terza di copertina di un libro vecchio di quindici anni, di quelli che fanno il nido nei ripiani bassi delle librerie (se ne stanno lì defilati perché sono consapevoli di essere indimenticabili). e insomma, mentre mi si scioglievano in bocca certe memorie del passato, si è semiautomaticamente stabilito un link con questo spazio. credo per via di qualcosa scritta tempo fa a proposito di mari, tempeste, umanità in attraversamento. guard/ascoltali musicati dai ronin e animati nientemeno che da ericailcane. una dolcezza infinita.
http://www.youtube.com/watch?v=d69CFiWsBAY
(e che i tempi migliori siano tanti da non far bastare le stelle incartate in mezzo a quel post nerobluliquido che gocciola qui sopra, in quel fare notte/farsi notte. con lentezza)
esse
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