martedì, ottobre 30, 2007
Ottobreviario
una variabile pendolare.
Annodando ellissi torna e disegna,
kon punte liquide
su giardini di spekki.
Improbabili propositi
barkollano alkolici
su lastrikate prese di koscienza.
Aprono dubbi razionali
su deliri omertosamente urlati.
Goffi maniaci dell'assurdo
mimano pose vitruviane
e la radio ankeggia.
Mi skopro silente.
Koprendomi di pillole,
e stregatti dal naso di perla.
La porta immobile gestikola
il medesimo semicerkio
e io spingo spikki di ragione
oltre l'ovvia imposizione dei kardini.
Son stanko.
E ke nessuno
si rifiuti
di kontravvenire
almeno
alle regole
imposte
dalla materia
e dalla gravità
m'è insopportabile.
Guardando piovere all'insù.
domenica, ottobre 28, 2007
Dono al Vento
My life’s blossom might have bloomed on all sides
Save for a bitter wind which stunted my petals
On the side of me which you in the village could see.
From the dust I lift a voice of protest:
My flowering side you never saw!
Ye living ones, ye are fools indeed
Who do not know the ways of the Wind
And the unseen forces
That govern the processes of life.
Serepta Mason, Antologia di Spoon River, Edgar Lee Mastars
venerdì, ottobre 26, 2007
Aquiloni d'Autunno
Lui sedeva. Ed il letto sutto di lui, la koperta, il kuscino paffuto dietro la sua skiena askoltavano in un armoniko quanto dinamiko abbraccio il lento avverarsi degli eventi.
Lui si kontorse in visioni letterarie perdendosi nelle tonde forme ke sarebbero piaciute a Neruda. Si sentì fortunato a potersi potenzialmente sentire invidiato da kolui al quale andava la sua invidia per quei versi ke lui stesso avrebbe potuto skrivere non vi fosse stato ki, se non più genio, prima venne.
Lei si volto kompiaciuta nell'appunto libertino dello sgusciar fuori dal letto per dedikarsi all'evasione lecita kon le amike. Mentre lui si domandava per quale perverso sadismo avrebbe dovuto privarla del piacere dell'illegale rikordando lei ke tutto era tremendamente normale in quello ka stava facendo pose, orekkio all'anziana obesa donna nera ke kantikkiava sotto la finestra. Nel delirio amniotiko notò una bruska korrezione di marcia del kontesto letterario. Orwell sopraggiungeva nella sua piena anarkia. Si sporse oltre la discinta e disordinata piega del lenzuolo oltre la koperta e, senza badare all'eventuale attenzione destata, dette voce ad una sbadata irriversibilità. "Vedi. Inutile cerkare elementi skatenanti, alkimie latenti o nessi di kausa e tempo. Sarebbe molto fatikoso analizzare un evento nella sua konsequenzialità ed io sono pigro. L'essenza di ciò ke ne skaturirebbe è un -Ci sono almeno due buone ragioni per kui non possiamo stare più assieme.-". Non vi fu un silenzio da interrompere. Kon l'elasticità di kollo d'una kassiera lei si voltò e l'interrogazione del suo volto potè esser sekonda solo alla sua sorpresa nonkuranza. " La sekonda motivazione, ed ankora una volta elido le digressioni psikologike sottintese, è ke quando decidi di uscire kon le tue amike, in una atavika ricerka di ridikolezza, indossi quegli inguardabili stivali appuntiti". Stavolta era infastidita. Stava cerkando un solo appiglio d'irritazione per sfogar in lancinante sarkasmo la sua presunta superiorità alla faccenda. "Se è per quello li indosso anke quando esko kon te. E la motivazione principale sarebbe?".
Lui intuiì in quella di lei mankanza d'intuito, ke il fenotipo non inganna.
"Esattamente quella ke hai detto."
Lei uscì kon gli stivali in mano. Poi sposò uno psikologo.
Lui non si fece kurare.
mercoledì, ottobre 24, 2007
Sbeffardando...
mercoledì, ottobre 17, 2007
martedì, ottobre 09, 2007
Giokolando
Adesso Anakronistiko. Anarkonostiko. O solo Akronimo.
Ludike Serafike Deduzioni.
giovedì, ottobre 04, 2007
Alexandre Marius Jacob, 8 marzo 1905
Avete chiamato un uomo: ladro e bandito, applicate contro di lui i rigori della legge e vi domandate se poteva essere differentemente. Avete mai visto un ricco farsi rapinatore? Non ne ho mai conosciuti. Io, che non sono né ricco né proprietario, non avevo che queste braccia e un cervello per assicurare la mia conservazione, per cui ho dovuto comportarmi diversamente. La società non mi accordava che tre mezzi di esistenza: il lavoro. la mendicità e il furto. Il lavoro, al contrario di ripugnarmi, mi piace. L’uomo non può fare a meno di lavorare: i suoi muscoli, il suo cervello, possiedono un insieme di energie che deve smaltire. Ciò che mi ripugnava era di sudare sangue e acqua per un salario, cioè di creare ricchezze dalle quali sarei stato sfruttato. In una parola, mi ripugnava di consegnarmi alla prostituzione del lavoro. La mendicità è l’avvilimento, la negazione di ogni dignità. Ogni uomo ha il diritto di godere della vita. "Il diritto di vivere non si mendica, si prende". Il furto è la restituzione, la ripresa di possesso. Piuttosto di essere chiuso in un’officina come in una prigione, piuttosto di mendicare ciò a cui avevo diritto, ho preferito insorgere e combattere faccia a faccia i miei nemici, facendo la guerra ai ricchi e attaccando i loro beni. Comprendo che avreste preferito che mi fossi sottomesso alle vostre leggi, che operaio docile avessi creato ricchezze in cambio di un salario miserabile, e che, il corpo sfruttato e il cervello abbrutito, mi fossi lasciato crepare all’angolo di una strada. In quel caso non mi avreste chiamato "bandito cinico", ma "onesto operaio". Adulandomi mi avreste dato la medaglia al lavoro. I preti promettono un paradiso ai loro fedeli, voi siete meno astratti, promettete loro un pezzo di carta. Vi ringrazio molto di tanta bontà, di tanta gratitudine. Signori! Preferisco essere un cinico cosciente dei suoi diritti che un automa, una cariatide. Dal momento in cui ebbi possesso della mia coscienza, mi sono dato al furto senza alcuno scrupolo. Non accetto la vostra pretesa morale che impone il rispetto della proprietà come una virtù, quando i peggiori ladri sono i proprietari stessi.