(Sinfonia concertante in Mi bemolle maggiore)
Fragori sintetici, kampanelli ossidati, brankolano pensieri estatici su konfini rinnegati, su apolidi reietti, alibizzati kosmopoliti, eternauti del disagio, miniaturisti e certosini dell'autodeflagrazione. Notte affacciata sul baratro dell'estate, zanzare palindrome, kolar di pipistrello, annaspar di lucciola, serpeggiar di fiato a morder kontorni di quadri incisi kon la parte "sbagliata" del pennello. Libero Pensiero in Libera Terra. Astronauti adesso. Voraci divoratori d'Universo, introspettori psikedelici, mondi sommersi, immersi in diversi, perversi e persi in versi di tersi cieli ebbri d'assenzio. Silenzio. Kontemplo in distratta attrazione inversa equilibri sintattici di kolline kaotike, gioki di terra, sobillar di vigne tra armonike d'ulivo e kontrabbassar di grano. Imballo la mia patetika fiducia nell'umanità e rimbokko gl'angoli del fagotto. Sento squittire il kulto dell'apparire e stridere al kontrasto kon l'essenza. Bofonkiare gli onesti senza talento e arrosparsi il petto sperando di inalare idee. Stringo i lacci e piovono gli dei. Stasera non mi interessate. Sono troppo pieno di me.Ps. Note al testo. Un sentito ringraziamento a Marco Castoldi (in arte Morgan).
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