martedì, febbraio 05, 2008

So Far So Good


Derive psikoattive inkantano.
Prefissi d'autodistruzione

onnodano krocikki d'acqua,

singhiozzi d'autokonservazione

affondan andature portanti
su pance piatte.

Le inversioni si fanno spirali.
Lego sirene all'albero,
sciolgo l'albero.
Fiokko.


Fuoribordo da giullare,

sonaglio in One Drop;

spingo il
traverso
oltre i diritti di rotta,
parlo kon me stesso,

soffio.


Polene estatike,

inutili e irresistibili,
finiskono viaribili suadenti
d'equazioni didaskalike.


Kartografia:

appallar mappe,

desiderar senzarotta,

brandir le stelle.

1 commento:

  1. ho più amore per la prosa che per la poesia, ma certi versi mi si appiccicano alle retine ammiccando come déjà vu.
    ri/vado a quello Sweet Movie di cui forse già t'ho detto.
    un battello con la pancia piena di segreti inconfessabili che scivola su un fiume. una polena (il link tra parole tue e immagini della mia memoria) intagliata a mo' di testa del Vecchio Con La Barba. un marinaio perduto (diverso e più pallido rispetto ai marsigliesi di Izzo). una donna (pericolosa, ça va sans dire) che incanta cantando di lotte passate. e va all'amore (e fa l'amore) come fosse una battaglia tra pirati anarcomalinconici. dis/ordinando le rotte percorse dal senso comune, sparigliando portolani e carte nautiche, strafottendosene dei diari di bordo: capitana del battello, di se stessa e dei propri fantasmi.

    sconsigliato agli epigoni di maggioranze silenziosamente assordanti, i cui occhi videro solo pornografia e nonsense.
    bocche libertarie come la tua riconosceranno invece il sapore stesso delle vite che si ribellano alle gabbie. sapore di zucchero e sangue. in proporzioni variabili.

    love,
    esse

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