giovedì, gennaio 31, 2008

Alambikki&Kontorsioni

Non è facile sopravvivere a Se Stessi.
Specie quando si possiede un Ego fameliko.

"Parole, colori, luci, suoni, pietra, legno,
bronzo appartengono all'Artista.
Appartengono a chiunque sappia usarli.
Saccheggiate il Louvre!"
(William S. Burroughs)

3 commenti:

  1. non è affatto facile.

    dopo scritto:
    perdona l'incomprensione, non ho visto fughe crolli nè inquietudine, il messaggio avrebbe potuto arrivare da altra mano.
    l'inquietudine è una brutta bestia, ma non devi scusartene con me.
    Sorriso Linus.

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  2. “All’età di quattordici anni, quando cominciai ad avere sogni che culminavano con l’eiaculazione, decisi di imparare il controllo dell’energia sessuale. Se sapevo raggiungere l’orgasmo a comando in stato di veglia, potevo fare lo stesso nei sogni e controllare i miei sogni invece di farmi controllare da loro.”
    Lo Zio Bill ritorna. Tornerà sempre, già in vita riuscì a conquistarsi non solo l’eternità letteraria ma anche la facoltà di aprire fenditure e varchi al fine di viaggiare senza limiti di sorta avanti e indietro nel tempo (addirittura nelle opere di altri scrittori.)
    Le Città della notte rossa,carattere riepilogativo dell’intero universo tematico burroughsiano rintracciabile in questo libro: il filtro dell’osceno, i tabù legati alla morte per parlare del potere, della paranoia, di un mondo senza amore con una forza visionaria impareggiabile che deriva tanto da Swift quanto dai racconti pubblicati da riviste come Weird Tales ed Amazing Stories negli anni Cinquanta.
    Una storia di pirati rivoluzionari che si sovrappone, si intreccia ad un mistery in cui l’investigatore Snide e il suo assistente Jim seguono le tracce di alcuni ragazzi scomparsi.

    “Il mio nome è Clem Williamson Snide. Sono un culo privato.”
    si presenta il detective armato di .38 a canna mozza ed esperto di magia, giocando sull’assonanza (in originale) tra “eyes” ed “ass”.
    Science-fiction, giallo, racconto picaresco, omaggi a Stevenson: non manca proprio niente in un mix di parodia, immagini crude e drammatiche, inserti da testi preesistenti (La Macchina del tempo di H.G. Wells, canzoni da musical, saggi di medicina, storia e antropologia).

    Lo Zio Bill dice: “Messe di fronte alla vera pratica della libertà, le rivoluzioni francese e americana sarebbero costrette a mantenere la parola.” E: "Ho scavato un buco nel tempo con un petardo. Che altri ci passino attraverso.”

    Lo Zio Bill è fortunatamente ancora tra noi, ed è bello ascoltare ancora le sue parole.


    Alice

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  3. Soltanto un folle può aver letto quel libro. Rimasi estasiato dalla kopertina rossa e la kina nera, sagome fintamente aggressive o aggressivamente finte, non rokordo esattamente. Edizione Arkana, pantomimetika e metamorfika editrice anagrammatika d'assoluta garanzia. Ma non della mia, di follia si stava parlando.

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