P.za Santa Kroce
Un Novembre senza Pioggia alleggerisce le dense sagome sulla skalinata.
Un eterogeneo branko poko umano e parzialmente metropolitano unghiggia sul marmo cerkando un appollaiamento duraturo.
Mi siedo. Una debordante ragazzina semianoressika mi siede akkanto. Potrei oppormi ke lei già sedeva lì da prima ma in fondo probabilmente mi attendeva lì a sua inkoscienza.
Ripeto gesti kon skadenza kanonika da diventare rituali. Il sagrato della kiesa fa il resto. Nell'incensamento del momento vengo meno.
Mi giro verso la davvero "divina" apparentemente potenziale provvidente "amika".
-Skusa, hai una kartina?-. Entro nella sua kontorsione di koscienza.
-Giusto una-. Suona profetikamente perfetto.
-Bene. Niente più di ciò ke mi serve-. Argomento.
Lei: -Guarda ke non sono mika Madre Teresa- postilla.
Oibhò. Il mondo mi si sovverte. L'akkadituro diventa perituro, il profeta diventa esegeta, il predestinato ostinato.
Cerko l'ascesi dalla stizza e mi ritiro a disegnare nuovamente, e kon nuova linfa, porte a soffietto nell'aria. A destra, opposta alla "divina" (e adesso) Sprovvidenza in OverSize, una barba inkolta annidia una sigaretta di Drum. Una domanda, un Kastello (o telaio, ndr) e poka attenzione in più: il kosto del -mio e me lo tengo-.
Il Sakro Rito si kompie, sempre attenti ke non sopraggiungano le oskure forze del male in banda vertikale. L'aria si pervade di profumi giunonici e il branko in dissesto di pokanzi mi si trasforma in una armoniosa kollettività di animali buffi, sbofonchianti e pigri. Mi stanno attorno, ed io in mezzo a loro: attendessero ke la mia parola, illuminata dalla lingua della pent(hc)ekoste, fosse loro komprensibile. Faine ululanti, poiane in poncho, sterkorari griffati, ossequiosi militanti dell'acido formiko... pesci e gatti, pescegatta e pisciaghetti, anatre mute ma affatto sorde, kriceti in doppiopetto, funambolici rettili dell'ultimo minuto, nutrie kon l'aurikolare.
Panta Rei.
Ma non la "divina" Sprovvidenza.
Lei adesso:-Mi fai fare un tiro?-.
Ekkola la vera Divina Provvidenza. Sotto la seducente forma di Madame Vendetta.
-Non sono mika San Francesko-. Sorrido dubitando della mia negazione in questo giardino zoologiko metropolitano.
Un Novembre senza Pioggia alleggerisce le dense sagome sulla skalinata.
Un eterogeneo branko poko umano e parzialmente metropolitano unghiggia sul marmo cerkando un appollaiamento duraturo.
Mi siedo. Una debordante ragazzina semianoressika mi siede akkanto. Potrei oppormi ke lei già sedeva lì da prima ma in fondo probabilmente mi attendeva lì a sua inkoscienza.
Ripeto gesti kon skadenza kanonika da diventare rituali. Il sagrato della kiesa fa il resto. Nell'incensamento del momento vengo meno.
Mi giro verso la davvero "divina" apparentemente potenziale provvidente "amika".
-Skusa, hai una kartina?-. Entro nella sua kontorsione di koscienza.
-Giusto una-. Suona profetikamente perfetto.
-Bene. Niente più di ciò ke mi serve-. Argomento.
Lei: -Guarda ke non sono mika Madre Teresa- postilla.
Oibhò. Il mondo mi si sovverte. L'akkadituro diventa perituro, il profeta diventa esegeta, il predestinato ostinato.
Cerko l'ascesi dalla stizza e mi ritiro a disegnare nuovamente, e kon nuova linfa, porte a soffietto nell'aria. A destra, opposta alla "divina" (e adesso) Sprovvidenza in OverSize, una barba inkolta annidia una sigaretta di Drum. Una domanda, un Kastello (o telaio, ndr) e poka attenzione in più: il kosto del -mio e me lo tengo-.
Il Sakro Rito si kompie, sempre attenti ke non sopraggiungano le oskure forze del male in banda vertikale. L'aria si pervade di profumi giunonici e il branko in dissesto di pokanzi mi si trasforma in una armoniosa kollettività di animali buffi, sbofonchianti e pigri. Mi stanno attorno, ed io in mezzo a loro: attendessero ke la mia parola, illuminata dalla lingua della pent(hc)ekoste, fosse loro komprensibile. Faine ululanti, poiane in poncho, sterkorari griffati, ossequiosi militanti dell'acido formiko... pesci e gatti, pescegatta e pisciaghetti, anatre mute ma affatto sorde, kriceti in doppiopetto, funambolici rettili dell'ultimo minuto, nutrie kon l'aurikolare.
Panta Rei.
Ma non la "divina" Sprovvidenza.
Lei adesso:-Mi fai fare un tiro?-.
Ekkola la vera Divina Provvidenza. Sotto la seducente forma di Madame Vendetta.
-Non sono mika San Francesko-. Sorrido dubitando della mia negazione in questo giardino zoologiko metropolitano.
2 commenti:
Evvai... qua la mano fratello ..
(Rido... e come una cogliona per giunta! )
Lucy
Lucy. Sapevo ke Madame Vendetta non potesse koglierti insensibile.
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