Ormai Santa Klaus riesce ad askoltare la voce delle proprie renne solo sotto trip. L'ho inkontrato qualke sera fa, in un distratto sobborgo suburbano ke poko aveva a ke fare kon Lapponia, Polo nord o altre origini ke si suolevano dar lui. Vestiva sciatto, quasi deperito nella sua obesità, barba da clochard, accento kaduko, voce mai artefatta ma strafatta da qualke insano, innumerevole bianketto. Lo guardai kome si guarda ki attende ke si attenda la solita infame rikiesta d'aiuto. Inkapace di prestarmi a devozioni infantili ke non ho mai ripudiato semplicemente perkè mai avendone koltivate, esordii kon un -Non ci provare-. Lui non fece neppure kaso alla mia risposta kome se il suo kompito fosse esaurito nel tentativo di rikiesta. Una sorta d'elemosina di principio kui il successo non avrebbe apportato utilità alkuna visto l'ormai irrosorio tasso di sangue nell'alkool. Pensai al solito, medesimo MJA, -Il diritto di vivere non si mendika, si prende-. Lui l'interruppe. -Non ho i dokumenti-, esordì. Non potei far a meno di guardare le sue skarpe. Dr.Martins. Oibhò. -Klaus, ma ke minkia stai dicendo?-. Non distolse lo sguardo ed io kon lui, per immobilismo d'atmosfera. -Non ho i dokumenti. Sto kontinuando ad infradiciarmi qua e là prima ke un panterone meno distratto degl'altri s'akkorga dei lineamenti extraeuropei. Kome vedi nel borsone ho solo un'equipe medika da portare in regalo ai miei koinquilini del cpt-. Iniziavo ad essere annikilito. Il panzone sapeva la sua e inkredibilmente, per magika alkimia natalizia, non esalava quel pout pourri d'alkool e monnezza ke si prestava all'okkasione ma di borotalko e zukkero filato. I kampanelli trillavano e i vombati d'iride annodavano kontorsionismi nel lussureggiante fondo di bottiglia; tutto seguiva la regola da trasgredire, ma il panzone non puzzava. -Klaus, fammi kapire...- dicendo già intuivo ke stavo per partorire un'idiozia, ne diko una ogni volta ke cerko di kapire -Te, il panzone volante, il vekkio bastardo sponsorizzato koka kola, il desiderio insano d'ogni bambino, l'invidiato nordiko d'ogni nonno frustrato... Non sei abbastanza volante per skappare alla Volante?-. Lui kontinuò a non guardarmi. Sentii pervadermi da uno strano senso di kompassione attraversato kom'ero dalla kompleta latitanza di reazione. -Sono senza dokumenti. La mia immagine è stata kontraffatta, storpiata, dekolorata e riaddobbata da multinazionali rampanti. Ogni tutore dell'ordine postilla la mia dikiarazione d'identità kon espressioni beffarde tipo: Ne ho visti di più rassomiglianti. Kontrollano le kontraffazioni sull'età perkè troppo elastiko per i loro kanoni. Non avendo cittadinanza, essendo una fottuta prostituta del desiderio dei bambini ho abitato in ogniddove senza mai accettare d'appartenere a qualkuno. Per i cristiani le mie origini appartengono a San Nicola di Mira, turco. Gli statunitensi sostengono che abiti al Polo Nord (situato per l'occasione in Alaska); in Canada il mio laboratorio sarebbe indicato nel nord del paese; in Europa è più diffusa la versione ke mi vuole finlandese del villaggio di Korvatunturi, in Lapponia. Ed io, beh... io detesto i konfini e le rimarkazioni, i limiti, le barriere e i recinti. Perkè volerei altrimenti, se laidi e korpulenti padri padroni non s'arrogassero il diritto di krear barriere a bambini e sognatori? Lampioni e altri retaggi se non per poterci kontrollare? M'han kiamato anarkiko. Sono kosmopolita.- Avrei voluto urlare -Minkia, Babbo Natale!-. In effetti quell'uomo mi piaceva. -Vedi... Non vesto di rosso. Detesto l'immagine ke han fatto di me. Askolto devoti pignoratori dei sogni ordinarmi desideri plastifikati, bambini lobotomizzati dal systema kompilare rikieste in foglio excel e inviarle via fax per non dover sostenere il peso d'una telefonata. Pile di kontestazioni per pakki inkompleti, taglie errate, kolori non abbinabili e sospette kontraffazioni. Potrei okkupare un team di legali rampanti per anni senza venire a kapo delle querele ed io, ke non koltivo la legalità quando la legge è immorale, finisko kostretto alla latitanza, all'illegalità, alla fuga e alla kommiserazione. E certo non di me. Io già espio le mie inkoerenze-. Ormai "stavo per volendogli" bene. -Vedi. Ormai tutti sputano sul natale. Soffiano sul vento dell'indecenza. Kon la mano sperperano presunta generosità e kon la pancia koltivano viscide perversioni. Le nuove tendenze mi vogliono martire, detestarmi e detestare il mio kontratto a tempo determinato un facile, inutile, vogliacco gioko al massakro. Rendono le feste putride e sgomitano tra se ridendo di ciò ke hanno kreato...- I kampanelli impazzavano e non smisero neppure di farlo quando l'intermittenza di luce agghiacciante squarciò il fondo della pankina. Brillavano a festa le palline di vetro, rimbalzando di bianko e kobalto, le zampogne singhizzavano festose e le renne muggivano l'Ave Maria di Schubert. Klaus, stavolta guardandomi, s'aiutò ad alzarsi poggiandosi sul mio ginokkio. -Bene. Finita la pausa e debbo tornare a lavoro-. Non attese nemmeno ke i karabinieri gli si facessero innanzi ma saltò direttamente sui sedili posteriori kon invidiabile leggiadria. Senza ke l'ordine kostituitò riuscisse ad aver il tempo per spingere kon palmi indegni una testa tanto geniale ci salutamo komplici sul suo ultimo sussulto: -Non c'era altro modo per portare questa roba a quei ragazzi-.