Abbracciare lucido e tondo
una pagina che non ha più bisogno
di essere riempita.
Vorrei scaldare quel silenzio.
Con la sciarpa bucata dai morsi,
con gli angoli persi di ciò che mi veste.
Col bagliore assorbente di ciò
di cui vorrei spogliarti.
Vorrei non vedere il dolore colarti dalle dita,
incastrarsi tra i tasti,
disegnando forme morbide sulla carta.
Non vederti accarezzarle
infelicemente compiaciuta
della loro perfezione.
Vorrei toccare il suono
liquido delle tue lacrime;
ancora abbaglianti e sinuose
ma non più immobili.
Scivolarti nel palmo
ricolmo di troppe conchiglie
per non perderti nelle loro pieghe.
Vorrei toccare quei cristalli
chi ti ostini a chiamare ghiaccio
affinché tu potessi sentire
le mie mani ancora calde.
Vorrei tu potessi essermi accanto
per sorridere delle onde
che giocano con i tuoi contorni
sul confine dell'acqua
ogni volta che tenti di annegare.
Vorrei poterti dare ancora
il peso effimero del sogno
per riscoprire che il volo
affatica più della caduta
ma bacia gli angoli della bocca
fino a farti sorridere.
Posso solo questo invece.
Abbracciando in quel sorriso
ogni onda,
fino ad una sponda
che non c'è.
1 commento:
Una conchiglia all'orecchio.. cosa senti? 'Aria e acqua'.
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